- Sì, affermò Gesù, un Samaritano. Io ti chiedo adesso, a te uomo della legge, quale dei tre viaggiatori fu il prossimo della vittima dei ladri.
- Hum, brontolò il rabbino, quello che ne ebbe compassione.
- Allora, osservò il Rabbì, va e fa altrettanto100.
- Come il Samaritano, non come i ladri, gridò una voce fra gli spettatori. Manasse sarebbe capace d'ingannarsi.
Questo ripicco non diminuì punto l'impressione fatta da questa bella parabola, che offendeva mortalmente i signori del tempio.
Abbassare il prete ed il levita al disotto di quello scomunicato, di quel disprezzato Samaritano cui gli Ebrei detestavano peggio dei pagani, al punto di dire che il pane dei Samaritani era come la carne del maiale; glorificare quel lebbroso dell'anima a spese dei ministri di Dio, parve il colmo dell'audacia, dell'impertinenza e dell'insulto: una bestemmia, una violazione della legge. Ma Gesù non si fermò a mezza via; e poichè aveva un così bell'uditorio intorno a sè, sguainò tutta la sua collera contro i Farisei, chiamandoli: razza di vipere, ipocriti, sepolcri imbiancati, mentitori, impuri dell'anima, intelligenze limitate e false, vasi d'immondizia. Un sordo mormorio circolava nella folla, taluni applaudendo, altri corrucciandosi. Allora il Rabbì vide un mendicante cieco che entrava per la porta. Corse a quell'uomo e lo prese per le mani.
- Maestro, dissero allora i suoi discepoli, chi è che ha peccato, quest'uomo o i suoi parenti, perchè egli sia cieco?
- Nè lui, nè gli altri, rispose il Rabbì. Quest'uomo è in quello stato, perchè io possa manifestare il mio potere.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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