A queste parole gli ufficiali del Tempio si avanzarono per impadronirsi di lui; ma nel medesimo momento, Gneus Priscus entrò sotto il portico, e rivolgendosi a Gesù, gli domandò:
- Non sei tu il Rabbì di Nazareth?
- Sì, son io.
- Vieni con me allora; Claudia, la moglie del procuratore, t'invita alla sua presenza.
Gli ufficiali del Tempio si ritirarono, accompagnati da uno sguardo ironico del Rabbì, mentre Gneus Priscus lo afferrava senza troppe cerimonie pel braccio, e lo conduceva seco.
Era l'ora quinta.
Claudia s'era risvegliata all'ora quarta (dieci ore del mattino), il viso simile ad una maschera di creta, a causa della mollica di pane bagnata nel latte d'asina che vi applicava durante la notte onde conservarsi fresca e bianca la pelle, e che disseccava e si screpolava la notte. Battè ad un timballetto d'oro posto sul tavolo dinanzi il suo letto, e Nomas, che stava alla porta, coll'orecchia tesa, si presentò. Claudia ordinò che venissero ad alzarla; e Nomas avendo aperto le finestre, cinque o sei schiave si precipitarono nella stanza, per aiutare la loro padrona a scendere dal letto ed a venire nel vicino gabinetto, ove andava a principiare la grand'opera della teletta105.
Il gabinetto ove Claudia entrava era quello stesso ch'Erode aveva fatto costruire per la regina Mariamne. Era un ottagono abbastanza grande per contenere quell'esercito di giovani e belle schiave, nude fino alla cintura, che dovevano compiere i sapienti misteri della trasformazione, della creazione qualche volta, del culto della bellezza.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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