Tu ami tuo marito, ma lo disprezzi; e ti fai violenza e ti torturi per non farti indovinare. Tu credi che Pilato t'abbia sposata per ambizione, e non per amore. Non puoi comprendere che egli abbia potuto amarti, conoscendo le tue costumanze alla corte di Tiberio, ma non sapendo che tu ti disonoravi per ottenere la libertà di tua madre.
- Rabbì, Rabbì, gridò Claudia, chi ti ha detto tutto ciò?
- Tu stessa.
- Mai, mai io non te n'ho confidato una parola.
- La parola non apprende nulla a coloro che leggono nel cuore.
- Se tu hai questo potere spaventevole, Rabbì, sei più di Dio.
- Mio Padre, che mi ha inviato, m'illumina. Tu sei dunque gelosa.
- Allora dimmelo, mio marito mi ama egli?
- Hai tu un amante, Claudia?
- No.
- Se tu avessi un amante, ameresti tuo marito?
- Certo che no.
- Ebbene...
- Ebbene?
- Pilato ha una ganza.
- Tu menti, gridò Claudia, balzando come una tigre sul Rabbì, scuotendolo pel braccio.
- Sai tu chi è la sua amante, Claudia?
- Lo saprò, e la ucciderò.
- Io te la denunzio: è mia sorella.
- Che!
- Pilato l'ha comperata da un miserabile parente la fece portar via, e la nascose agli occhi del mondo. Ella lo ha amato.
- Ah! Disgrazia su loro. È essa bella?
- Non so. Ma non vi sono donne belle, ove sei tu.
- Allora ella si è servita d'un filtro. Conosci tu i filtri, Rabbì?
- Ne conosco uno che è irresistibile: il candore.
- Rabbì, disse Claudia con ansietà, tu leggi nella mia anima; tu mi denunzii Pilato; mi denunzii tua sorella: chi sei tu? che cosa vuoi tu?
- Io sono l'inviato di mio Padre, quello che porta la luce.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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