Voglio insegnarti a perdonare. Poichè, se tuo marito ti amasse, cosa farebbe? perdonerebbe le tue colpe. Ove eri tu? che facevi tu, quando tuo marito trovava il suo letto vedovo, e sognava di sua moglie riposante in un talamo adultero?
- È vero.
- Ebbene, ecco ciò che io vengo ad insegnare al mondo. Roma ti dice: Uccidi tuo marito, uccidi la sua amante: io dico: Perdona, come desideri di essere perdonata.
- Io non perdonerò mai.
- Ah! tu mi chiedevi qual'è la forza che sommergerà Roma? Eccola: il rifiuto del perdono. I popoli la misureranno come ella li ha misurati.
- Che importa a me di Roma? Non vieni tu dunque per dire a questo popolo vile: insorgi e schiaccia questi insolenti stranieri che ti schiacciano? Non te li do io forse in mano? Rinunzi tu già al mandato accettato di chiamare alle armi gli ebrei? Io non vedo che una cosa io, e non voglio che una cosa: quella donna. L'uomo, lo tengo.
- Io non rinunzio a nulla, rispose il Rabbì; attendo la mia ora.
- Rabbì, ov'è tua sorella? Voglio vederla.
- Claudia, io non ti ho svelato un delitto: ti ho indicato una sventura. Soffoca la tua sete di sangue. Se uccidi tuo marito, il tuo amore per lui si cangierà in una veste di fuoco che ti consumerà per tutta la vita. Se fai perire la povera vittima, l'amore di tuo marito per lei, diviene immortale. Vuoi tu punirli? Dimentica e perdona.
- Rabbì, sono Romana, io. Mi vendico delle ingiurie che mi vengono fatte. Questa religione del perdono è la religione degli schiavi, i quali non hanno diritto ad avere dell'onore.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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