Rabbì, tu che leggi negli animi, devi leggere nella natura: indicami un filtro. Io voglio che egli mi ami. Fino ad ora, ho sofferto in silenzio, pensando ch'egli pure soffrirebbe del mio disprezzo, della sua solitudine, del vedovaggio al quale io lo condannava. Poichè io sperava, lavoravo a soddisfare la sua ambizione, e vederlo allora ai miei piedi. Tu hai posto un aspide nel mio cuore. Egli ama altrove. Egli si rifà altrove del mio disprezzo. La vittima dunque sono io. La condannata alla solitudine, sono io; egli mi deride forse. Si delizia nella braccia d'un'altra. Impossibile. Bisogna ch'egli m'ami: bisogna che quella donna sparisca dal mondo.
- Ne prenderà un'altra; ne ha di già forse un'altra.
- Taci; vuoi dunque rendermi pazza? Che vuol egli? Vuol essere prefetto della Siria, delle Gallie, della Spagna, imperatore forse, che so io? Ebbene Rabbì, all'opera. Poni fuoco ai quattro angoli di Gerusalemme; incendia la Giudea; sii re degli Ebrei.... e dammi di che comperargli Cesare, che vende perfino se stesso. Va, predica, tuona, fulmina; l'ora è propizia. Pilato è assente. Io ti do tutto in mano, comando, palazzi, torri, fortezze, legioni; consegnami tua sorella. Tu esiti?
- Ti compiango.
- Rifiuti? allora saprò ben trovarla da me. Cneus Priscus è riescito in cose più difficili di codesto. Indicami almeno un filtro per addormentare il mio cuore. Che Messia sei tu dunque? Canidia, la saga del monte Esquilino, m'avrebbe di già soddisfatta. Vuoi dell'oro?
- Claudia, la pace non è nel delitto, ma nella verità. Hai mai chiesto a tuo marito se egli ti amasse?
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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