- Quel miserabile sarebbe capace di dirmi che mi adora. Non mi ha egli sposata, togliendomi dal bagno di Tiberio? Arrossirei di rivolgergli una domanda simile.
- Gli hai mai detto che lo amavi?
- Vorrei piuttosto mozzarmi la lingua coi denti.
- Come vuoi tu dunque conoscere il vero, se fai a te d'intorno le tenebre?
- Rabbì, va, tu sei un povero allocco! Io ti chiedo un filtro, e tu mi porgi dei consigli; ti domando una malìa, e tu mi dai delle parole; ti dico, solleva il tuo paese! e mi rispondi che attendi la tua ora; domando di veder tua sorella, e mi consigli di assicurarmi se Pilato mi ami.... Donde vieni tu dunque, vaneggiatore? Non basta di aver scoperto, Dio sa come, uno dei miei secreti. Non basta proclamarti figlio di Dio: bisogna provarlo.
- Claudia, Dio non fa i miracoli per soddisfare la curiosità degli oziosi, come il tuo cuoco fa delle leccornie per solleticare il tuo palato, ma per manifestare i suoi eletti, ed indicare ai popoli la giustizia e la verità. Tu mi vorresti complice d'un'atrocità; io vorrei innalzarti alla luce della carità. Tu mi hai chiamato, io sono venuto: ma per consolarti per illuminarti, per ricordarti il tuo dovere di donna che solo può ricondurti il marito, e sottrarti all'infamia. Tu sei sorda, e domandi dei miracoli, e mi spingi alla ribellione. Io non opero pegli uni o pegli altri, Claudia; io mi voto e sacrifico per tutti. Nè il tuo aiuto, nè la tua opposizione, non possono influire sopra i passi del figlio dell'uomo: io sono l'eletto, io sono la volontà di mio Padre.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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