Per non passare per l'impura Samaria, paese di pagani, prendemmo la via del basso Giordano all'est, a traverso il Gilead e l'Ammo, fermandoci presso un pozzo al tramonto del sole, accendendo un fuoco di rami per cuocere una cenetta di legumi bolliti, frumento arrostito e fritto in un po' d'olio, e qualche fette di poponi e di cocomeri. Ripassammo il Giordano a Bathabara ove il Battista battezzava, sotto Gerico, camminammo dal piano alla città sotto i verdi datteri, e di là arrampicandoci da una collina ad un'altra, alla vetta superiore dopo l'inferiore, traversando passaggi rocciosi del deserto, e le nude montagne, arrivammo a Sion, avendo nelle mani i rami di mirto e di ulivo, e alla bocca il canto del schemah.
- Felici ricordi, sclamai io.
- Presso Bethania, continuò Ida, la compagnia si divise. Quelli che avevano degli amici a Gerusalemme, discesero il monte degli Ulivi e passarono il Cedron, gli altri si ricoverarono nei casolari dei dintorni, sotto le tende nelle capanne di foglie chiamate succoth, come Giacobbe nel paese di Canaan, coprendo così l'Oliveto, il Mizpeh, il Gibeon, il Rephaim, mescolati, tutti in una, asini, capre, cammelli, pecore, uomini, donne e fanciulli, correndo dalla mattina alla sera alle fontane di Siloam e di En-rogel. I Galilei, come al solito, si fermarono al monte degli Olivi. È là che un messo di mia zia venne a cercarmi. Ella era ammalata.
- Che età avevi allora? le chiese Claudia.
- Te l'ho già detto, quattordici anni. Non ti parlo della vita passata con mia zia, donna stizzosa, inquieta, piena di bile, sempre malcontenta.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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