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      Mi rassegnavo ad una sorte che non comprendevo ancora, ma mi proponevo di conoscere il dolore misterioso che torturava questo sventurato e di alleviarlo.
      - E l'hai penetrato codesto misterioso dolore?
      - Mai. Egli ha rinculato innanzi a qualunque spiegazione; ed anzi, quando gli facevo delle domande su tale soggetto, egli accorciava la sua visita, e restava più lungo tempo senza venire. Ora non vi è nulla di più traditore per una donna, che la compassione. Essa cova, si trasforma, scava, rode; poi un bel giorno, scatta e trovasi amore. Gli è ciò che mi avvenne. A capo di sei mesi, io era pazza di passione.
      - E lui?
      - Sempre lo stesso: triste, freddo, pensieroso, qualche volta irritato, altre tenero per cortesia; ma il suo aspetto calmo, la faccia cupa, l'aria triste, lo scoraggiamento della vita, il suo abbattimento sinistro e tenebroso, riprendevano sempre il disopra. In uno di quegli accessi di passione, terribili e sconosciuti, che aveano tutte le forme, dalla disperazione fastidiosa allo stordimento dell'ebbrezza, io soccombetti.
      Claudia balzò in piedi e si slanciò sopra Ida. Io la presi per le mani e la feci di nuovo sedere. Ida si levò anch'ella ed indietreggiò.
      - Continua, continua, balbettò Claudia passando le sue mani sul proprio viso pallido, al punto che pareva non avesse più goccia di sangue nelle vene.
      - Ponzio....
      - Chiamalo Cajus, gridò la romana.
      - Restò otto giorni senza vedermi. Ma....
      - Ma?
      - Era divenuto mio amante.
      - E ti amava?
      - Non mi ha mai amata, te l'ho già detto.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





Ida Claudia Cajus