Maria sapeva ove il Rabbì alloggiava, ed era venuta a raggiungerlo. Sia che l'orribile puzza del sito le avesse ispirato tale idea, o che avesse un progetto preparato, vedendo il Rabbì addossato al lebbroso, ella si avvicinò a lui e gli versò sui capelli i profumi del suo vaso.
Il Rabbì se ne andava in broda di giuggiole a questi atti di deferenza e di delicatezza. Amava anche gli odori e i profumi, e molto i fiori; ma sopratutto si mostrava tenero delle profusioni che si usavano per la cura della sua persona. Ciò aveva un non so che d'aria regale; ed egli si spacciava per figlio di Davide. L'atto fastoso di Maria lo inebbriò. Tanto più ch'ella si mise ad asciugargli i piedi con la sua splendida capigliatura, dopo averglieli profumati alla foggia romana. Ora questa prodigalità di profumi non ebbe lo stesso successo appo i discepoli, che appo il loro maestro. Simone, che conosceva il valore del denaro e sapeva che da una settimana io riempiva una borsa che m'era stata confidata vuota, brontolò senza ritegno; poichè quel villano era franco nella sua rustichezza. Le osservazioni sopra questo spreco di odori continuavano, allorchè si avanzò Gionata. Egli aveva assistito col sorriso sulle labbra alla scena di Maria; ed il Rabbì lo aveva osservato.
Gionata espose il messaggio di suo padre. I discepoli del Rabbì parvero contenti di questo atto del sagan, perchè lo presero per un ossequio di deferenza, forse di sommissione, e si videro quasi collocati sui gradini di quel trono nelle tribù d'Israele cui il Rabbì aveva promesso a ciascuno di essi.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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