Quel giovane è il mio verme roditore. Finirà coll'uccidermi dal dispiacere.
- Che ha fatto dunque? Corre forse nuovi pericoli? è ritornato a Gerusalemme?
- Per bacco, ieri; e ne ha già fatto una delle sue solite. Figurati che se n'è andato a pranzare da un lebbroso di villaggio, accompagnato da quei mascalzoni che lo seguono ovunque, con un'aggiunta di donne equivoche.
- Non è vero.
- Sta attenta, che non è poi tutto. Del resto, il proprio figlio del sagan, e Giuda da Kariot che erano lì, che l'hanno veduto, mi hanno raccontato la cosa. Prima di tutto, siccome quei villanzoni hanno soppresso l'uso di lavarsi le mani avanti pranzo, per dar lo gnorri ai Farisei, puoi immaginarti che fondo di gamella doveva restare, d'un lebbroso e quindici provinciali che tuffavan le mani nell'istesso piatto! Erano lì tutti a sguazzar nella broda, ed il Rabbì succhiava un'ala d'oca con lenti al burro pimentato - intingolo squisito, sai, Mirjam! Te ne farò mangiare la prima volta che m'inviterai a pranzo. Il Rabbì succhiava dunque tranquillamente la sua ala, pensando al regno dei cieli, allorchè una certa pettegola di mia particolare conoscenza, irruppe nella sala. Arrivava dritto dritto dal suo paese - da Magdala, sai - portando la sua casa ed il suo giardino in una fiala d'alabastro, con dentrovi non so quale malvagìa di sugna. Non disse nè buon giorno, nè buona sera. Cavò fuori il suo vaso da sotto la tonica e crac! lo ruppe sul capo del Rabbì. Ah! belloccia mia, non puoi immaginarti di che odore delizioso - cosa dirti? di costoletta arrostita, di minestra all'aglio, di rosmarino, che so io!
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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