Dopo di allora, mai più verità. Quindi, non stare ad andare. Non tengo poi mica tanto a render servizio al Rabbì.
- Gli è impossibile: mio fratello non avrebbe dato una simile missione a te.
- Hai proprio ragione: la sorella del re del cielo! Peste! Scusami, principessa. Chi sono io? Un vecchio legionario, un compagno d'armi di Tiberio, un allegro compare che tutti i guerrieri ed i cinedi di Gerusalemme piangeranno, quando sarò morto, coprendosi di ceneri - se hanno di che far fuoco; - che tutti i delicati della città sospireranno, quando avrò finito di divertirli, lacerandosi gli abiti - se saranno nudi. Bah! tutto ciò non basta per recare un messaggio alla figlia del carpentiere di Nazareth. Non parliamone più, e grazie. Credo che m'avevi offerto da mangiare, se non m'inganno anche in questo.
- Avrai tutto quello che vorrai, se Noah ha per di là qualche cosa, ma dimmi se veramente mio fratello mi chiama.
- Egli ti chiama, ma la non è mica una ragione perchè tu vada. Il sagan ha potuto venire da te senza pericolo, ma tu non puoi andare da lui. Come dunque? in un palazzo di principe, in mezzo alla città, in pien giorno, tu, ragazza pura ed innocente, andresti ad esporti ad un agguato di tuo zio, quel brigante che ti ha già venduta una volta! No, piccola mia, resta, resta, tuo fratello è un vaneggiatore, avrà bene abbastanza da pensare a sè stesso, stanne sicura. Io sarò nel consiglio, e lo difenderò, perchè io sono un vile senza dignità. Dunque fa conto che non ti abbia parlato di nulla, e mangiamo.
| |
Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
|
|
Rabbì Tiberio Gerusalemme Nazareth Noah
|