E storni la corrente delle anime dalla patria, per sparpagliarle nel cielo? Come! quando questi Esseniani i cui principii sono contrarii alla guerra; quando questi Sadducei i cui interessi li invitano alla pace; quando questi Erodiani da cui la riconoscenza e la propria salvezza esigono la continuazione del dominio straniero sopra il suolo nazionale; quando tutti i partiti infine si sollevano, cingono una spada, proclamano giunta l'ora della risurrezione, tu vieni, chiamato da noi, tu vieni a dirci: Io sono Dio, e vi ordino di amare i Romani? Davvero, Rabbì, tu hai ragione: tu non sei di questo mondo, non sei di questo tempo, non sei di queste contrade! E noi dovremmo autorizzare il tuo apostolato della codardia, e permettere l'assassinio di questo popolo? Sì, il nostro Dio è il Dio di Mosè, il vendicatore, fino a che non avremo una famiglia. Egli sarà il padre, quando potremo chiamarci fratelli. Pilato, gli è dunque tuo fratello, o Rabbì? Rimetti nel fodero codeste tue dottrine, che sono quelle dei popoli liberi ed indipendenti. Esse non possono essere per noi: noi siamo gli schiavi dello straniero. Tu predichi l'uomo; noi cerchiamo dei cittadini. Tu ti atteggi a Cristo; noi cerchiamo un generale. Tu ti proclami Dio; noi abbiamo d'uopo di un tribuno che gridi al popolo: Sollevati, Dio lo vuole!
- Io non sono nulla di tutto ciò, gridò il Rabbì.
- Allora sei condannato, rispose Gamaliele.
- Voi volete dunque la guerra.
- Noi vogliamo che tu sii l'eco della nostra voce, il braccio della nostra volontà, la parola della nostra bocca: un uomo-strumento, e non un uomo-Dio.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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