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      Non vi si veniva soltanto per compiere un atto di pietà ma altresì per farvi degli affari. La fiera soppannava la festa. Vi si vendevano derrate, si prendeva a prestito denaro, si scambiavano i prodotti, si combinavano matrimonii, si rendeva o si pagava ciò che s'era mutuato o comperato l'anno precedente; e chi non aveva nè devozione da soddisfare, nè mercanzia da trafficare, veniva per divertirsi. La folla attirava d'ogni parte i giuocolieri, le cortigiane, gl'istrioni, i giuocatori, gli oziosi: si offriva e si comperava il piacere, il lusso, il divertimento - musica, ballo e salmi inclusi. Tutte le case di Gerusalemme si riempivano di ospiti o di avventori. Le pubbliche piazze rassomigliavano ad accampamenti. Le alture che circondano Gerusalemme si coprivano di tende e di capanne fatte di rami; uomini, donne, ragazzi, fanciulle, bestie cornute e bestie da soma, si mescolavano e fraternizzavano. Le ombre della notte nascondevano i misteri più strani, più dolci, più inaspettati. I Galilei si riunivano sul monte degli Ulivi. I viaggiatori del piano di Sharon si attendavano sul monte Gihon. I pellegrini di Hebron occupavano la pianura di Rephaim. Altri piacevansi far capannelli in altri punti. Tutto il mondo giudeo si accalcava intorno al Moriah, ed aveva gli occhi rivolti al Tempio - questo cuore della forte razza ebraica, che fu l'ultima cui Roma spezzò.
      I pagani, greci o latini, si recavano anch'essi al paschah, ma per godere dello spettacolo di tutti questi viaggiatori - felice diversione alla monotonia abituale delle nostre città, ove le feste ed i divertimenti erano così rari.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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