E si avanzavano sempre. Ma alle falde della montagna, alla porta quasi della città, quando il dramma toccava al suo apogeo, sembrò al Rabbì che egli non potesse presentarsi alla testa di quella turba come se la conducesse egli stesso, simile ad un capo di rivoltosi, o ad un porta-bandiera a piedi di un manipolo di contadini. Rizzato sopra una cavalcatura, l'effetto, il significato, la posizione cangerebbero.
- Andate a cercarmi un cavallo, disse egli ai suoi discepoli.
All'istante, Simone e Giovanni si mossero.
Presso la zona del muro orientale della città vi era un podere ed un giardino che si chiamava Bethfagè, con una casa e dei coltivatori. Ogni benestante in Giudea possiede per lo meno un asino. Simone non trovò un cavallo, ma trovò meglio che un cavallo, un'asina ed il suo piccolo. Dimandò al coltivatore di prestargliela; e questi avendo appreso di che si trattasse, prestò l'asina e seguì il corteggio.
Il Rabbì portava ordinariamente la tunica bianca degli Esseniani, ed un mantello azzurro con le onde dell'Asfaltide. Egli era lindo, accurato, civettuolo ed aveva un gran rispetto della sua persona. I suoi discepoli indossavano i colori amati dai Galilei, la tunica bruna o celeste, il mantello ciliegio, color feccia di vino o di robbia. Giovanni, bel giovane di diciotto a vent'anni, pieno di pretese, ricco, vanitoso, si pavoneggiava in un mantello color di robbia; Simone in un mantello feccia di vino. Tutti due si levarono i loro vestiti, e ne addobbarono l'asina. Gli altri discepoli fecero dei loro mantelli una specie di seggio sul quale intronarono il Rabbì. Maria di Magdala e le altre donne seguivano da lungi.
| |
Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
|
|
Rabbì Simone Giovanni Bethfagè Giudea Rabbì Esseniani Asfaltide Galilei Simone Rabbì Magdala
|