- Con qual diritto agisci tu così? Sei forse Hannah? Sei Caifa? Sei Simeone? Chi sei tu? Chi ti ha data codesta missione?
- Mio Padre, rispose il Rabbì sempre più irritato. Questa è la casa di mio padre, e non la vostra. Distruggete questo Tempio fatto da mani umane, ed io lo riedifico entro tre giorni.
Uno scoppio di risa da un lato, un grido di furore dall'altro, accolsero questo gricciolo di Gesù.
Il capitano si contentò di rispondere freddamente ed in tuono di scherno:
- Si son messi quarantasei anni a costruire questo Tempio. Quanto tempo perduto, poichè tu l'avresti alzato in tre giorni.
Ora, il Rabbì aveva commesso il più impolitico atto della sua vita.
Fino allora, egli aveva offeso i partiti, i sacerdoti, la società ricca e potente. E' feriva adesso il popolo, nei poveri venditori di mercanzie sacre. Egli meditava di confondere i sacerdoti come gente che tirava partito da quella profanazione del Tempio. Il popolo prese l'insulto per proprio conto, e non perdonò mai più all'audace Rabbì. Egli aveva compiuto un fatto, e detto una parola, che avevano colmata la misura.
All'indomani, il sanhedrin si riunì da Caifa per prendere una risoluzione definitiva.
Malgrado ciò, mentre il gran consiglio lo giudicava senza appello, il Rabbì ritornava nel Tempio per continuare la sua polemica contro i Farisei.
Certo, i nostri profeti sono inesauribili in ricchezza di imagini, in parole insultanti, in ingiurie; ma il Rabbì raggiunse l'ideale nelle sue prediche del 10, 11 e 12 nisan. Egli ebbe però un bel fulminare, denigrare, deridere, la folla non lo circondava più. Il popolo non si accalcava più intorno a lui.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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