Ella mi mostrò due agenti del Tempio accoccolati dietro una casa, gli sguardi inchiodati sulla porta.
- Essi l'aspettano, mi diss'ella.
- Tanto peggio, risposi, io non posso più nulla. Il Rabbì ha le vertigini.
- Ma tu cos'hai? Tu sei furibondo.
- Il peggiore di tutti i supplizii, ragazza mia, è quello di vederci in mezzo a ciechi, che vi credono cieco come loro.
Maria mi prese le mani, e soffocata dalle lagrime mi disse:
- Giuda, ancora uno sforzo: salviamolo suo malgrado.
Questo accento d'un immenso amore, d'una tenerezza infinita ed ingenua mi commosse, e mi calmò ad un tratto.
- Nessuno, le dissi, può revocare la sentenza del sanhedrin, altri che il sanhedrin stesso. Esso nol farà, non lo potrebbe nemmeno, dopo le considerazioni che l'hanno deciso ad emetterla. Vi sono però due uomini che possono ancora salvarlo, se il Rabbì vuole prestarsi a motivare la loro indulgenza; essi sono Hannah e Pilato. Recati nella tua antica dimora a Bezatha ed annunzia alla sorella del Rabbì che suo fratello è perduto, se ella non piega Pilato alla clemenza. Per mia parte, io me ne vo ad agire sul sagan. Poco spero. Però non voglio avere il rimorso di essere stato negligente.
Io le diceva queste parole, allorchè vedemmo il Rabbì ed i suoi discepoli uscir dalla casa, e nello stesso tempo i due uomini appiattati nell'ombra avanzar fuori e seguirli da lontano. Noi pure li seguimmo fino alla porta della Vallata. Maria s'avvicinò al Rabbì e gli disse che gli agenti del Tempio lo spiavano. Egli non le rispose, e continuò la sua strada.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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