Le loro armi avevano fatto dello strepito. La porta della cascina si aprì, o meglio si socchiuse, ed una testa si mostrò per vedere ciò che avveniva al di fuori. Seguì un istante di silenzio. Noi stavamo alla porta. In quel momento degli uomini traversarono la siepe per di dietro e scapparono, ascendendo il sentiero che conduceva all'accampamento dei Galilei. Le guardie li inseguirono per qualche tempo, poi furono richiamate dal suono del corno del loro capo.
Erano i discepoli che abbandonavano lestamente il Rabbì e fuggivano! Gesù, che non dormiva, che aspettava forse i soldati, che avrebbe potuto fuggire come gli altri, restò, ed aperta la porta a due battenti, dimandò:
- Non cercate voi forse il Rabbì di Nazareth?
- Sì.
- Son io: eccomi.
I soldati e le guardie che temevano una certa resistenza, sospettarono a bella prima un agguato. Io mi avvicinai al Rabbì, ed a voce bassa, in vecchio ebreo gli dissi all'orecchio151:
- Il sagan vuole salvarti: nega tutto se non è solo.
Il Rabbì non mi rispose, e rinculando da me, si avvicinò all'ufficiale romano, e soggiunse:
- Son pronto, andiamo. Ma perchè mi trattate come un malfattore, e venite ad arrestarmi di notte, a mano armata, mentre io era con voi ogni giorno nel Tempio, e che vi era così facile l'impadronirvi di me?
Questa tranquillità, questa spontaneità sedussero il centurione romano. E' diede ordine di mettersi in cammino conversando col Rabbì che gli camminava vicino, preceduto dalle guardie del Tempio, e seguito dai Romani. Per nulla sorpreso dell'accoglimento che avevo ricevuto dal Rabbì, lo precedetti dal sagan.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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