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      Rabbì, noi non ti respingiamo. È contro i nostri interessi il perderti. Tu puoi esserci utile un giorno, quando avrai meglio compreso l'istinto nazionale, il bisogno, la volontà del paese. Accetta la parte che ti diamo; aspetta l'ora che ti fisseremo; limita il tuo campo d'azione a quello che ti indicheremo, e cerchiamo insieme di farti uscire dalla disgraziata posizione in cui ti sei gettato alla cieca.
      Queste parole leali furono come luce pel Rabbì, ma esse furono causa altresì della sua disperazione. Egli riflettè, poi rispose:
      - È impossibile. Ciò che tu mi proponi è sempre la morte. La morte naturale, o la morte morale, la morte di domani, o quella di dopo domani, che monta! Tu mi proponi di perire in ogni modo.
      - T'inganni.
      - Io mi sono rivelato al mondo come l'inviato di mio Padre; ho annunziato alla terra una parola del cielo. Voi mi proponete di dichiarare che ho mentito. Chi mi crederà il giorno in cui verrò a portare un'altra novella? Voi volete salvarmi, vale a dire, voi volete esiliarmi dal suolo della Siria. Poichè ove potrei io vivere senza incontrare uno sguardo che non mi lanci un rimprovero, una coscienza che non m'accusi di aver cercato di sedurre il popolo colla menzogna? Non si dirà ovunque che io sono un ciarlatano? Voi invocate la salvezza della patria. Io non credo alle patrie. Gli uomini, figli dell'istesso Dio, sono fratelli, e la terra appartiene all'umanità. Che m'importa che sia il Romano, il Greco o l'Ebreo che occupa questo angolo del suolo della Palestina, se io trovo in lui un amico, un aiuto, un conduttore, se egli obbedisce alla stessa legge morale, allo stesso Dio?


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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