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      Ida lo aveva istruito di tutto.
      Mentre io pregava Claudia, ella supplicava Pilato.
      La donna che io aveva veduta, era Ida.
      Pilato, ricevendo il suo viglietto, l'aveva fatta introdurre immediatamente al pretorio - al pretorio a bella posta - non volendo dare a quel colloquio nessun altro significato che una domanda di grazia, e ad Ida nessun'altra attitudine che quella di supplicante. Ma quando la vide, così pallida, inondata di lagrime, affranta di dolore e d'emozioni d'ogni fatta, in disordine di spirito e di vestiti, egli si sentì commosso profondamente, e tutto quel mondo d'amore, di gioia, di consolazioni, di dolcezze che aveva provato durante la sua relazione con Ida, si risvegliò nel suo cuore. Le ricordanze lo battevano in breccia d'ogni lato. E chi sa? ora che aveva gustato il frutto contestato di Claudia; chi sa, dico, se la fanciulla pura e amorosa che aveva abbandonata, non gli sembrasse mille volte preferibile a quella ardente tigre romana, che lo inebbriava, che lo ardeva, ma che lo padroneggiava altresì? Pilato era sole vicino ad Ida, ombra rimpetto a Claudia. E' corse dunque incontro alla giovinetta e fece uscire tutti.
      Ida tremava così forte, vacillava talmente, che Pilato la raccolse nelle braccia onde impedirle di cadere svenuta al suolo. Il contatto del petto del suo damo fece l'effetto di un ferro rovente sopra la Galilea. Ella si allontanò di un balzo, e indietreggiò fino alla porta.
      Pilato la riprese per le mani, e con l'accento più dolce che potè trovare, con l'espressione più tenera che seppe dare alla sua voce, le chiese cosa desiderasse.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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