È egli vero che hai tentato di conquistare questo regno?
- Questo regno? Apprendi dunque, agente di Cesare, che il mio regno non è di questo mondo. Se lo fosse, la mia gente avrebbe combattuto per me, m'avrebbe tolto alle mani degli Ebrei, e ti avrebbe ridotto all'impotenza. Ma, lo ripeto, il mio regno non è di questo mondo.
- Così, tu sei veramente re, allora?
- Tu l'hai detto, rispose Gesù, io sono re. Gli è per questo che io nacqui, gli è per questo che sono venuto al mondo. Io debbo attestare la verità. E chiunque è nel vero, ascolta la mia voce.
- Ma cosa dunque è la verità160?
Il Rabbì non rispose più. Osea sclamò:
- Come? tu cerchi ancora la verità, ufficiale di Cesare? Non ha egli detto chiaramente che egli è re degli Ebrei?
- Precisamente perchè egli lo ha detto così chiaro, io ne dubito. Se fosse colpevole, egli avrebbe negato. Egli è dunque pazzo. Io non posso condannare alla croce un uomo che ha perduto la ragione.
- Fa attenzione, procuratore! disse Osea. Quest'uomo non è nè pazzo, nè visionario. Egli è rivoluzionario. Tu ci offendi, se non vendichi la bestemmia contro il nostro Dio. Non ha egli detto perfino che se demolissimo il Tempio, egli lo ricostruirebbe entro tre giorni?
- Vado a farlo flagellare allora per farvi piacere, ripetè Pilato. Ogni altro castigo mi sembra enorme.
- Enorme! mormorò Osea. Procuratore, sta attento. Interroga tutta Gerusalemme che l'ha veduto, quattro giorni fa, entrare nella città accompagnato dai suoi compatriotti che gridavano: Osanna al figlio di Davide, Osanna al re degli Ebrei!
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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