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      Se un fatto simile fosse accaduto a Roma, Tiberio l'avrebbe egli tollerato? La nostra fedele città non ha ceduto alla tentazione, ed ha lasciato passare la sommossa. Ora noi non vogliamo, noi che siamo responsabili dell'ordine nella nostra città, che la notizia ne sia portata a Cesare, e ch'egli ne prenda pretesto per aggravarci di nuove tasse. Noi abbiam fatto il nostro dovere. Abbiamo preso, condannato, e presentato al tuo tribunale il colpevole d'un tentativo d'insurrezione contro l'imperatore; noi ci scaricheremo presso di lui con una ambasciata. Noi non abbiamo alcuna sete di sangue; ma tu resti responsabile delle conseguenze.
      - Io non temo le vostre accuse contro di me. Cesare mi conosce. Ma io non voglio creare fra noi dei nuovi appigli di dissapori. Voi volete che quest'uomo, che questo vaneggiatore sia condannato alla croce? io lo condanno. Ma siccome tutti gli anni, alla festa del paschac, io fo grazia ad un condannato, vi propongo di farla al Rabbì. Ho in questo momento quattro condannati a morte fra le mani: costui, un ladro d'Emmaus, l'esseniano Moab che ha tentato di assassinarmi, e Gesù Bar Abbas che ha assassinato Justus. Scegliete.
      - Gesù, Gesù! gridò la gente che riempiva il tribunale.
      - Ve l'accordo, disse Pilato sorridendo. Popilius, libera quest'uomo.
      - Non costui, non costui, replicò la folla, Gesù Bar Abbas.
      Pilato impallidì, e fissò il Rabbì. Questi sorrise tristemente. Pilato rientrò nella sala del giudizio, e dettò la sentenza.
      In quel momento, io entrai pure nella sala.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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