Si sarebbe detta una testa di Medusa. Le mani, le braccia erano avvinghiate di quegli orribili mostri. Era divenuta una sola piaga: l'acqua arrossava. In quel punto una murena le saltò alle labbra. Ida piegò. Altre le si appresero agli occhi. Gettò un grido; fece uno sforzo supremo per sbarazzarsi da quelle morse viventi, da quei ferri divoratori, riuscì a sbrattarne per un istante ancora il suo bel viso, orribilmente lacerato, poi vacillò e si abbiosciò.
Io la vidi spasimar sotto l'acqua, aggrapparsi alla sabbia, mordere i rettili che la mordevano. Poi i suoi movimenti rallentarono, cessarono. Ella s'irrigidì, si agghiadò, ed un istante dopo il suo corpo non era più che uno scheletro. Feci uno sforzo per fuggire.
Claudia era scomparsa. Gli schiavi liburniani non mi ritennero più. Il lorarium restava sempre ritto ed impassibile all'altra estremità del bacino. E gli uccelli cantavano; le api ronzavano; le farfalle andavano a zonzo; l'aria era profumata dai primi baci della primavera. Dei fiori delle ajuole, dei verdi ramoscelli sugli alberi, e dinanzi a me la sola donna che io ho amata, divorata! Fuggii, e non so come mi trovai nella sala del giudizio, ove caddi annichilato.
La voce dello scriba che leggeva la sentenza del Rabbì, mi scosse. Corsi a Pilato e con voce sorda gli dissi:
- Tua moglie ha assassinato la sorella; non uccidere il fratello.
- Come! cosa vuoi dire?
- L'ho veduta io stesso, vengo di là, dalla vasca delle murene.
- Ah! la sciagurata! sclamò Pilato coprendosi il viso colle mani.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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