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      Maria comprese la sua parte, e l'accettò con quella specie di sublime abnegazione della sua persona che ella metteva in tutte le sue azioni.
      Quella donna era un cuore.
      Allora io mi diedi a consolare gli ultimi momenti di quell'altra nobile creatura, Moab, sempre dirigendo Maria con gli sguardi e con monosillabi nella nostra lingua, che nè il centurione nè i suoi soldati, Siri e Fenici del resto, non intendevano.
      Arrivati al sito dell'esecuzione, i condannati deposero le loro croci. I fori per riceverle erano bell'e pronti, poichè, per disgrazia, Gerusalemme non mancava mai di supplizii. Ma questi supplizi erano quasi tutti ordinati dalle autorità romane, ragione per cui il popolo, che suole amare questi drammi sanguinosi e commoventi, li lasciava di frequente compiere nella solitudine.
      Il popolo protestava così contro l'oppressore straniero.
      Poche persone infatti si trovarono presenti al Golgotha. E ciò ancora per la ragione che erano circa le quattro, e che il sabato principiava alle sei, e che bisognava terminare i grandi preparativi della festa del paschah, e riempire i proprii doveri verso il Tempio. I commissarii del sanhedrin avevano abbandonati i condannati, dal momento in cui Pilato aveva confermato la loro sentenza, e ne aveva assunto la esecuzione.
      I tre condannati furono spogliati nudi, secondo l'uso. Maria si avvicinò al Rabbì per fargli bere il vino preparato. Il Rabbì si opponeva. Maria con un segno degli occhi lo decise, ed egli ne inghiottì uno o due sorsi. Non era abbastanza, ma non era neppur poco.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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