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      Quando egli si fu convenientemente adagiato sul suo altare di morte, lo si rizzò dolcemente onde non iscuoterlo troppo; si lasciò scorrere l'estremità inferiore della croce nel suo buco e la si consolidò con dei coni. Prendendo la posizione verticale, un'onda di sangue colorò il viso di Gesù. Ma gli era piuttosto un effetto dell'emozione morale, che del dolore materiale. Una febbre intensa s'accese immediatamente nel suo sangue. Poco dopo, e' chiese da bere. Imbevvi una spugna nel vino speziato, e la portai alle sue labbra. Il Rabbì bevve, e dieci minuti dopo cadde in una specie di coma così completo, così potente, che Maria ed io tememmo per un momento che la forte dose di narcotico, che doveva alleviare i suoi spasimi non l'avesse invece avvelenato.
      Erano scorse le quattr'ore della sera.
      I pochi curiosi che avevano assistito all'esecuzione erano rientrati in città. Una dozzina di soldati ed il loro capo, Maria ed io, restavamo soli sul Golgotha intorno ai crocifissi. Maria sollecitava Lentulus ad abbreviare la faccenda e Lentulus sembrava più premuroso ancora di lei. Ma se il Rabbì mostrava tutti i sintomi della morte, gli altri due condannati parevano ancora rigogliosi di vita. Si fece loro inghiottire il resto del vino aromatizzato onde stordirli e finirli. Il tempo stringeva.
      Erano le cinque ed alle sei tutto doveva essere terminato, le croci abbattute, i cadaveri seppelliti per non contaminare il sabato del Signore, il più solenne di tutto l'anno. Fu mestieri ricorrere al crurifragium ordinario.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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