Le sue mani erano agghiadate, il pallore della sua fronte principiava a divenir livido. Il suo cuore non si udiva più battere. Il suo alito si spegneva. La morte lo invadeva. Pure riconobbe Pilato, quando questi, entrando, venne a porsi dinanzi a lui. L'amico mio sentì un lampo di vita traversargli la persona. I suoi occhi brillarono, aprendosi in tutta la loro grandezza. Potè dire, tentennando leggermente del capo: Grazie! Poi l'immagine d'Ida rizzandosi forse nella sua anima, e' s'offuscò, nascose il viso nel seno di Noah, e vi restò assorbito per due minuti. Pilato non osò aprir bocca.
Il mio amico sapeva ciò che quest'uomo, brusco ma buono, aveva fatto.
Finalmente il mio amico alzò il capo e lo rivolse verso il sole.
- Dio mio! come la luce è bella! e' sclamò!
E restò coi grandi occhi aperti fissi sul cielo.
Ma poco a poco noi vedemmo quegli occhi oscurarsi, le pupille restringersi, le palpebre ricadere. Un soffio leggero si sprigionò dalla sua bocca, questa si rischiarò d'un sorriso, la testa s'inchinò sul suo petto....
Egli era morto.
NOTE
Nota A.
Il Talmud, capitolo VI, Sanhedrin, parla della lapidazione di un Gesù di Nazareth convinto di magia, di seduzione e di corruzione dei suoi correligionari. Al capitolo seguente si trova menzionato un altro Gesù figlio di Pandira e di Maria, crestaia, moglie di Studa, ovvero di una certa Stada moglie di Papus, figlio di Iehuda. Questa Maria era di Lydda e visse circa 70 anni dopo Maria, madre del Gesù dei cristiani. Gli è questo il Gesù che, ci dice Raban Maur, i Giudei maledicevano in tutte le loro preghiere come empio, figlio di un empio, il pagano Pandera, e dell'adultera Maria.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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