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      - L'è fatto! grazie, signore..
      Io respiro. Io mi sento sollevato da una inquietitudine, ed a passo frettoloso me ne torno alla Camera. Qualche giorno dopo, io discerno nelle mostre di un cartaio qualche cosa, cui l'etichetta scritta di sotto assicura di essere io. In quella cosa io non ho occhi, la mia bocca smorfia di traverso, non si distingue il mio naso dalle mie orecchie.... non importa! il venditore della mia laidissima figura giura che l'è proprio la mia.
      - Corbezzoli! che volete voi dunque per un ritratto gratuito, alla fine? grida mia moglie.
      - L'è giusto, signora, replica il mio vicino. La vanità o la bonomia consigliano talvolta delle ben grosse scioperaggini! La seduta comincia. Il mio sarto mi ferma nell'anticamera per domandarmi un biglietto per la tribuna dei diplomatici: quegli per chiedermi conto della salute del Ministero e del Governo: questi per assicurarmi che fa caldo o freddo. Poi chi si raccomanda per essere raccomandato al ministro, ed ha percorse trecento leghe per ciò. Altri mi propongono una sottoscrizione per un'opera pia, il sollievo delle vittime cristiane del Giappone, per esempio! o un incoraggiamento a dar ad un signore il quale ha inventato il concime profumato. Un terzo m'impegna a prendere un viglietto per un berretto da notte lavorato dalla signora duchessa e messo in lotteria a benefizio dei tisici del Brasile. Un quarto mi passa dodici viglietti per la serata di un'artista.... Dio mi perdoni! si è venuti perfino a propormi di far la conoscenza di una ballerina, alla modesta ragione di dieci napoleoni le ventiquattro ore!


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I moribondi di Palazzo Carignano
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Perelli Milano
1862 pagine 170

   





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