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      Io non parlo già delle ignobili avidità, nè della massa ordinaria degli Onorevoli. Ma non sarebb'egli straordinariamente curioso di prendere sul fatto la fisionomia dell'anima di certi uomini - qual Ferrara, per esempio, Guerrazzi, Pepoli, Brofferio, Depretis, Lanza, Conforti, Ratazzi, Tecchio ed altri, al momento proprio in cui essi parlano, e metter faccia a faccia il pensiero espresso e l'idea concepita? Non sarebbe egli singolare di segnalare la doppia corrente di concetti e di desiderii che partono dal banco dei ministri e da quelli dei deputati, e s'incrociano, s'urtano, s'intendono, si respingono, si rapprossimano, si attirano, si rompono? Curiosa sopra tutto era questa osservazione quando il conte di Cavour sedeva al posto - mira di tutti, segno ad odii, ad affetti, a vaghezza di stima o di ambizioni - ed all'altezza di tutto! Ora, il barone Ricasoli ed il signor Ratazzi non sono giunti ancora a dare alle loro eminenti persone questa natura magnetica che coagula tante passioni e tante volontà diverse, le gruppa, le maneggia, le domina, le foggia a suo modo, se ne impadronisce e le trasmette. Cavour morto, la storia segreta delle anime non avrebbe oggimai altra importanza che il valore di uno studio psicologico. La forza politica di questa rivelazione sarebbe minima oggidì. Il nuovo Mesmer del banco dei ministri non è ancora apparso.
      Io lascio dunque nel mio portafoglio questi studi congetturali: l'ora loro forse verrà. E mi limito adesso a questi schizzi a vol d'uccello che colpiscono chiunque e soddisfano il più gran numero di gusti.


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I moribondi di Palazzo Carignano
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Perelli Milano
1862 pagine 170

   





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