Il capo naturale della sinistra ove tiensi il terzo partito è il signor Ratazzi. Egli è l'ammiraglio di questo naviglio minaccioso, carico di cifre, di lirismo, di libertà, di risparmi, d'entusiasmo italiano, di armi e soldati a metter su, cui vedesi spuntare all'orizzonte, e di cui capitano è Depretis, e secondo il marchese Pepoli, il quale aprirà probabilmente il fuoco. È il terzo partito che rappresenta veramente lo stato, non naturale ma amministrativo, fattizio, officiale dell'Italia di oggidì. Se questo partito arriva a costituirsi, se arriva sopra tutto ad intendersi con le grandi individualità - tal che Garibaldi, Ricasoli - esso avrà con lui il paese tutto intero, al di fuori della Camera, ed al di dentro, il centro, il quale non sa a qual santo o a qual diavolo votarsi, onde rivenire a galla - egualmente che la maggior parte di coloro stessi i quali seggono all'estrema sinistra. Garibaldi è per due terzi con essi - forse egli non è con noi, democratici, che per una vaga aspirazione.
Dopo l'avvenimento del barone Ricasoli agli affari, dopo il ritorno del Ratazzi da Parigi, la situazione ha subito qualche cangiamento - e ne subirà-ancora dei nuovi - ma non radicali ed inevitabili. Il Parlamento è un corpo vivo, animato da passioni forti e mobili, d'ambizioni subite e calcolate, lungamente meditate, nascoste, carezzate. Le esplosioni arrivano inattese. Così i calcoli sono avventurosi e non si può, tutto al più, che riprodurre la situazione del giorno. Spiri il vento, e queste foglie che chiamansi deputati si rimescolano in un senso diverso.
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