Tutte le Compagnie con le quali trattò, a delle condizioni ruinose per far presto, ed aveva ragione di ciò volere, gli si sono spezzate fra le mani. La parola infedeltà ha ulcerato, a torto forse, il suo secretario generale. La sconfidenza nel successo accompagna ora, malgrado tutto, qualunque suo progetto. Lo si dà inoltre come federalista, o regionista, ciò che torna allo stesso. I suoi colleghi lo dicono difficile, mauvais coucheur, direbbero i Francesi, ciò che ci affligge mediocrissimamente, perocchè coloro che ciò dicono - non lo vogliono punto. Peruzzi è l'intelligenza la più acuta del Consiglio. Egli ha la concezione vasta, ma gli manca, come finito, il tutto dell'attuazione. Egli difende il fatto suo con abilità, con fierezza, sovente con verve: ma ciò che egli difende con più ingegno, è raramente stemmato del suggello del giusto e del vero. Egli ha il fiuto degli affari: gii manca la mano, il metodo, La perspicacia di decimare i ciarlatani - il puff. Egli ha il giudizio dell'opera sua; gliene manca la coscienza. Altri faranno probabilmente meno, ma con più economia; faranno men presto, ma meglio. Nondimeno, per esser giusti, bisogna soggiungere che il successore di Peruzzi, chiunque esso sia, troverà l'insieme dei lavori necessari all'Italia, in parte in atto, e quasi tutti iniziati con sentimento di sintesi oltre ogni dire rimarchevole. E' non avrà che ad addolcire le predilezioni ed emendare la precipitanza. Peruzzi è il principale pilastro del ministero Ricasoli: e se cade, non è per sempre.
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