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      Peruzzi è uno degli uomini necessari all'Italia, come il Ricasoli.
      Io dirò la stessa cosa di Bastogi loro compatriota - che che nella lotta delle passioni se ne pensi oggi in contrario. Il conte Bastogi è ministro delle finanze e banchiere a Livorno. Egli è stato banchiere di Mazzini e della casa di Lorena - a quegli dando, a questa prendendo e dando. Bastogi è guizzato fra tutti i partiti, impaziente di rappresentare una parte politica nella commedia sociale. E' cominciò da affari poco felici, ed è oggi cinque o sei volte milionario. Ma egli ha fatto la sua fortuna nobilmente, dando all'exploitation delle mine dell'isola d'Elba una estensione, alla quale il Governo toscano non seppe risolversi mai. Il Bastogi è divenuto inoltre, poco a poco, il principal azionario delle ferrovie della Toscana. Lo si dice abilissimo nelle operazioni di Banca e nel maneggio degl'imprestiti - restando sempre un perfetto galantuomo! L'imprestito del 1860 fecegli dono di una corona di conte - e, vuolsi, di uno scapito di parecchie centinaia di mille lire! Bastogi parla bene, con slancio, con spirito, e talvolta anche con lirismo. È versato nelle teorie economiche e nelle lettere italiane. Vien poco alla Camera. Ascolta come un angelo. Presenta bilancio su bilancio con ispaventevoli deficit, sotto ai quali soccomberà - se soccomberà - avendo avuto l'abilità di cader ritto su i piedi anche dopo la deplorevole riescita dell'ultimo prestito. Bastogi ha una stella propizia. Un fiasco gli dà un blasone.


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I moribondi di Palazzo Carignano
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Perelli Milano
1862 pagine 170

   





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