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      Egli arriva alla Camera tutto ritto, raso come la mano, ammiccando, vestito completamente di nero. Lo si vede ogni giorno - esatto come la campana del refettorio dei frati, arrivare ad un'ora e mezzo, assidersi all'estremità della tavola ministeriale, stecchito sulla colonna vertebrale, le mani su i ginocchi, tenersi sul lembo della sedia, il cappello sulle coscie, non osando giammai volgere lo sguardo dal lato sinistro, per paura di restarne pietrifidato, come la moglie di Loth. Fino alle quattro, il signor senatore sta impassibile, immobile. Alle quattro solamente egli comincia a rimuoversi un tantino - alle quattro e mezzo si muove affatto e va a beccarsi un risotto o dar la caccia alle crestaie ed alle contesse dei portici di Po. Un giorno Mellana parlava. Il signor Niutta approvava furiosamente della testa. Il De Sanctis, suo vicino ordinario, lo guarda con un aggrottare di indicibile indignazione: quel caro signor Niutta.... dormiva! Lo si dice un singolar giureconsulto ed uomo a buoni consigli nell'elaborazione del nuovo codice italiano. Ora egli è ritornato nella notte, donde lo avevano ritirato per azzardo. Requiescat!
      Infine, il ministro dell'istruzione pubblica, signor De Sanctis, è un altro napoletano. Egli era, è forse ancora, filologo di sapere molto mediocre. Dava qui in Torino, nell'esiglio, delle lezioni di letteratura con un certo successo, quando ottenne di andare ad occupare una cattedra a Zurigo. Dopo la rivoluzione del 60 - permettete che la onori di questo nome - De Sanctis ritornò a Napoli all'insegnamento della gramatica.


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I moribondi di Palazzo Carignano
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Perelli Milano
1862 pagine 170

   





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