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      Il re era investito dei poteri eccezionali conferitigli al romper della guerra. Il commendatore Ratazzi, avendo raccolta l'eredità di Cavour, si servì di questa autorità dittatoriale per pubblicare quella serie di leggi organiche, le quali reggono tuttavia il Regno d'Italia, Leggi poco simpatiche, troppo municipali, poco chiare, scritte in uno stile da curia, confuse, non attagliate all'indole italiana, con un senso autocratico altrettanto più inesplicabile che esse furono attinte a quelle del Belgio e ci furono attagliate da un uomo di un'intelligenza elevata e che passa per il porta stendardo della democrazia italiana. Non avendo però voluto segnare l'atto della cessione di Nizza e Savoia, non avendo osato accettare l'annessione del centro, bisognò che Ratazzi cedesse novellamente il suo posto al conte di Cavour.
      Ora Ratazzi è di nuovo presidente della Camera. Il conte di Cavour lo fece portare al seggio dai suoi; e la sinistra, troppo semplice, non comprese il tranello e dette dentro all'impannata. La sinistra presentava alla Camera un presidente uscito dal suo seno, ma perdeva il suo capo - vale a dire, si annullava. Oggi la sinistra è un composto di briccioli potentemente vividi, vivamente accentuati, ma senza nesso, senza legami. Il Parlamento ha guadagnato un presidente rimarchevole, sopra tutto giusto, che afferra la quistione al volo, che la espone con chiarezza, con precisione, che riassume, che distingue, che espone con uno ingegno superiore; ma, lo ripeto, l'opposizione è restata un corpo senz'anima, o, se meglio vi aggrada, un'anima errante alla ricerca di una incarnazione.


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I moribondi di Palazzo Carignano
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Perelli Milano
1862 pagine 170

   





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