Il terzo segretario è il signor Galeotti, pubblicista toscano distintissimo. Egli fu uno dei più attivi in mezzo a quella schiera eletta di Toscani che contribuirono, con l'azione, l'esempio ed i loro scritti, nel disegno di rigenerare la dinastia di Lorena - quantunque austriaca. Fu per un momento autonomista; ma l'avvento dei Toscani al potere ed alla direzione d'Italia l'ha corretto. Intelligentissimo di cose amministrative, molto colto, parla con abbondanza e con grazia, più negli uffici però che nella Camera. È modesto e grave. Egli ha pubblicato parecchie opere e libercoli, tra cui eccellono quello sull'Organizzamento municipale, quello intitolato Considerazioni politiche sulla Toscana, ed una memoria piena di erudizione su Marsilio Ficino e la sua scuola. Egli è stato di tutte le assemblee della Toscana e del Piemonte, dopo l'annessione.
Non posso parlare in disteso di tutti i segretarii: accenno. Il marchese Mischi fu ministro a Parma, poi nell'Emilia, poi mandato in Toscana per regolarvi le cose di finanze, quando l'Italia Centrale pareva fondersi. Prima del 1859 il signor Mischi visse lontano dalla politica: dopo vi si tuffò intero; ed è uomo consideratissimo, a causa della sua probità politica e del suo forte e sostanziale sapere in cose economiche, di diritto, e di amministrazione. È eccessivamente timido, onde è che non parla nella Camera: ma negli Uffici sparge molto lume su tutte le quistioni in discussione. Dico lo stesso del suo collega signor marchese Negrotti.
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