Mi arresto un minuto sul signor Tenca, sesto segretario. Egli fece la sua apparizione nel mondo di una maniera alquanto bizzarra. Egli amava, come si ama a venti anni, una crestaja di Milano, che lo teneva in distanza. Il signor Tenca, dandy caparbio, la perseguitava. Un giorno e' le tenne alle calcagna, e l'incalzò tanto con propositi, con promesse, con attestati di affetto, e forse con sonetti, che la restia donnina si rifugiò nel Duomo. Ed il signor Tenca dietro. Egli avanza, egli rimugina, egli fiuta in tutti gli spigoli; quella si caccia in un confessionale, e questi dentro con lei. Figuratevi! la damigella grida: la polizia arriva; e la polizia austriaca, non sapendo nulla di queste storie di galanteria e di amore, mette le branche sul giovanotto e lo trascina giù pel Corso, in pieno passeggio. Vedendo questo giovane elegante, tutto azzimato ed attillato, in mezzo agli sbirri, ognuno ne prende conto: e saputasi l'avventura e la ragione dell'arresto, la metà di Milano - vale a dire le donne - sposano il suo partito.
Così lanciato in pastura all'attenzione pubblica, il signor Tenca cominciò a scrivere un giornale di mode. I suoi articoli, vivi e forbiti, furono distinti. Passò alla Rivista Europea, ove i suoi articoli di critica lo misero ancora più in evidenza. Allora intraprese, per suo conto, un giornale letterario e politico, il Crepuscolo, ove, più di una volta, stuzzicò i nervi della polizia austriaca. L'imperatore Francesco Giuseppe arriva a Milano nel 1856, ed il signor Tenca, il quale aveva di già rinunciato alla Redazione del Giornale Ufficiale, nel 1848, per essere indipendente, ricusa netto di annunziare l'arrivo di Sua Maestà. Il giornale è soppresso.
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