Egli parla da uomo convinto, ma un tantin fastidito. Però è puntiglioso all'attacco, preciso e vivo nella risposta. Le sue idee sono sobrie e chiare. Sa lottare, e non sembra sfuggire la lotta, nè provocarla con jattanza. Per dodici anni egli restò in mezzo all'opposizione reazionaria ed aguzzò delle armi, che non sono smussate ancora. Il generale Menabrea è senatore, ed un potente acquisto pel Gabinetto. Avvegnacchè, per esser giusti, occorra dire che l'impulso da lui dato alla marina sia inferiore alle speranze in lui rimesse. Lo si accusa di tenerezza per l'egemonia piemontese, di poco tenero di libertà. Chi se ne sorprende? Le conversioni di S. Paolo, in quattro secondi, sono roba da leggenda. I cangiamenti nello spirito umano, ed in uno spirito matematico sopra tutto come quello del Menabrea, si fanno per gradi - e non sono mai radicali. La probità sola corregge lo instinto.
Degli altri ministri aggiunti al Gabinetto ho poco a dire. Il signor Miglietti, che fu altra volta guardasigilli, appartiene al partito di Ratazzi e ne professa i principii. Spirito moderato, un po' indeciso, ma onesto, egli è una delle colonne su cui poggia l'egemonia piemontese. Il signor Cordova è un economista italiano, la di cui capacità amministrativa non è ancora incontestata. Ciò che è incontestabile è la sua abilità parlamentare. Egli non si occupa molto in sostenere il Gabinetto collettivamente: difende con tenacità il suo portafogli. Lo si dice compagno poco comodo, mauvais coucheur, direbbero i Francesi.
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