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      La causa che egli difende è una causa perduta a priori; ma essa ha avuto il suo quarto d'ora d'interesse e di. fascino.
      Brofferio è inoltre poeta. Egli ha scritto delle canzoni in dialetto piemontese, delle canzoni di cui ogni strofa è un busto - cui ha messo in musica e canta egli stesso e declama con un'espressione deliziosa. Egli è stato per lungo tempo il giornalista più giocoso e giocondo, più sarcastico e più vigoroso della stampa italiana. Ma sventuratamente egli è restato polemista e poeta anche in politica. Ei sente troppo. Egli subisce l'influenza delle impressioni vive e subite, ciò che toglie ai suoi apprezzamenti, ai suoi giudizii, l'autorità cui dà loro il suo incontestabile ingegno. Brofferio è tribuno anzi tutto, ciò che hanno obliato coloro i quali, volendolo giudicare come uomo di Stato, gli rimproverano la mancanza di continuità e di uniformità nella sua carriera politica e lo annegano anche oggidì sotto vili ed ignobili calunnie.
      Il signor Brofferio ama la libertà con passione, ama l'Italia, ciò che è franco, ardito, dritto, e sopratutto ciò che è grande e colpisce l'imaginazione. Egli ha sempre difeso queste nobili cause quando furono in pericolo o minacciate.
      Ora, gli uomini di Stato sono obbligati talvolta a subire certe eclissi, certe retrogressioni, certe transazioni, in una parola, le quali hanno offeso ed urtato il signor Brofferio. Egli non ha nulla considerato allora, nè i tempi, nè gli uomini, ed ha attaccato, come egli attacca, a briglia sciolta ed a fondo.


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I moribondi di Palazzo Carignano
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Perelli Milano
1862 pagine 170

   





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