Dio ne ha fatto un monumento della fragilità umana: che la mano di Dio sia rispettata! Poerio è una reliquia. Lo si imbandisce nelle tavole ministeriali, come un oggetto di curiosità egiziana e di appetito ben conservato - perchè la poca forza che resta a questo gran martire si è concentrata nelle mascelle, mascelle potenti, le quali quando non masticano, lavorano un concettino all'Achillini, onde presentarlo ad una signora. Quanto al cervello, Poerio l'ama meglio à la sauce blanche che nella sua testa. Colpa senza dubbio di quello scellerato di re Borbone, il quale assiderò quest'uomo di Plutarco nelle prigioni di Montesarchio - ovvero di quel burlone di Gladstone, il quale creò questo grand'uomo all'uso di John Bull, come Caracalla creò console il suo cavallo. Infine, colpa di questi o colpa di quegli, l'illustre barone Poerio non luce più, e la capitania del suo partito gli è sfuggita di mano. E' non è capo che nel suo capo. I Pipino di questo Cilperico sono stati - cosa strana - due diffidenti - Conforti e Mancini - ed una varietà - Scialoia.
Conforti era stato - ed è uomo ad essere ancora, finchè si faranno de' Ministeri provinciali: Mancini è. Egli ha toccato infine la meta per cui aveva tanto fatto, tutto fatto per arrivare. Egli è ministro. Che il portafogli gli sia leggero - come egli è leggero. Mancini è una parola di caoutchouc, una parola fatto uomo, flessibile, profusa, incolore, dicendo tutto, non dicendo niente, buona alla prosa ed al verso - buona a tutto - giustificando tutto.
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