Il colonnello Tichter mi spiacque irremissibilmente fin dalla prima ora. In ricambio, amai sua moglie fin dal primo minuto.
Sei mesi dopo, ci arrivarono, una dietro l'altra, le notizie della rivoluzione in Italia, della rivoluzione in Francia, della rivoluzione a Vienna. Non saprei dirvi le impressioni opposte, che questi turbini equinoziali produssero sopra il reggimento interamente ungherese, e sopra il colonnello meschinamente ed orgogliosamente tedesco. La notizia del 15 marzo di Pesth mise il colmo all'esasperazione di questi, ed all'odio di queglino.
Di già la Dieta di Presburgo aveva assunto un'attitudine rivoluzionaria. Quando la notizia dell'insurrezione viennese si sparse in Pesth, quattro giovani, di cui Petöfy era l'anima, fecero irruzione nelle scuole, e trascinarono gli studenti nella via di Hatvan. Si presentarono dinanzi la stamperia Landerer, e domandarono la stampa immediata dei dodici articoli - i nostri Diritti dell'uomo - e di un canto di Petöfy.
- Non posso, rispose lo stampatore. Gli scritti mancano dell'exequatur del censore.
- Dovete farlo, rispose Vasvati.
- Allora impadronitevi delle mie macchine, suggerì lo stampatore, ed obbedirò alla violenza.
- Metto la mano sulle vostre macchine, e impongo agli operaj di lavorare, sclamò Jokay.
- Ed io aggiungo, riprese Bulyovsky, che non partiremo da qui che quando il lavoro sia compiuto.
Gli operaj non volevano di meglio. La folla intorno alla stamperia aumentava di minuto in minuto. Un quarto d'ora dopo, il primo esemplare dei due scritti appariva.
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