Kossuth, finalmente, il cui spirito patriottico animò l'Ungheria, e le rese il sole che aveva illuminato i Giovanni Hunyad, i Giovanni Zapolya, i Francesco Rakoczy, i Bethlen, i Bocskay.
Il movimento si propagò alle altre razze, agli altri paesi della corona di Santo Stefano: Slovacchi, Ruteni, Vendi, Croati, Serbi, Valacchi, Sassoni, Siculi, Transilvani. Tutti si alzarono al fragore della grande parola: libertà! eguaglianza! Tutti benedissero l'iniziativa dei Magiari. La Dieta di Kolosvar volle avere la sua notte del 4 agosto. Il grande patriotta Nicola Wesselenyi, che usciva dalle prigioni dell'Austria, ottuagenario, cieco, sorse in mezzo ad una fremente assemblea, e sclamò, parlando dei contadini:
- Che essi non sieno più plebe! che sieno cittadini liberi.
- Sieno! rispose di una voce, come un sol uomo, l'assemblea levandosi in piedi.
- Che sieno eguali dinanzi alla legge, come lo siamo noi, riprese Wesselenyi.
- Sieno! ripeterono i deputati ungheresi.
- Che sieno nostri fratelli, ed abbiano comuni con noi doveri e diritti.
- Sieno! gridò l'assemblea, coprendo d'applausi le parole dell'oratore.
- Sì, continuò Wesselenyi, sì, che da oggi, giorno della Trinità, in avanti, tutti partecipino ai benefizii della libertà, dell'eguaglianza, della fraternità, quest'altra santa Trinità politica!
E sedette, mentre l'assemblea sempre in piedi applaudiva e sanzionava il nuovo patto, e mentre che lo strepito delle sciabole e mille evviva annunziavano al di fuori, che non c'erano più in Transilvania che degli uomini liberi.
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