E fu in questa guisa ch'e' si presentò davanti il 4.° squadrone, già pronto e sul punto di mettersi in marcia.
- Cosa è codesto? gridò il conte Tichter, fulminando dello sguardo il capitano.
- Colonnello, rispose questi, ponendosi alla testa dello squadrone, noi partiamo.
- E dove andate?
- A Pesth, colonnello.
- Chi vi ha dato l'ordine della partenza?
- Il ministro della guerra, Lazzaro Meszaros.
- Non conosco i vostri pulcinelli io, ruggì il colonnello; sono il padrone del reggimento, ed esso non riceve ordini che da me.
- Colonnello, v'è un padrone di tutti, re per noi, imperatore per voi. Egli ha approvato il decreto del 20 agosto.
- Andate a costituirvi prigioniero; un Consiglio di guerra giudicherà la vostra risposta.
- A Pesth sì. Qui no.
Quasi tutto il reggimento era accorso. Il colonnello adocchiò il capitano del 2.° squadrone, che aveva riunito tutti i suoi; erano per montar a cavallo.
- Capitano, gli disse, impadronitevi del capitano del 4.° squadrone, e fate disarmare l'intero squadrone.
- Colonnello, rispose pulitamente il capitano, date ad un altro quest'ordine parto: anch'io. Partiamo col 4.°
La tromba suonò la marcia. I due squadroni lasciarono Marienpol. Il colonnello lasciò andare una spaventevole bestemmia, e rientrò.
Ci aspettavamo che l'Austriaco all'indomani si fosse posto alla testa dei due squadroni che gli restavano, ed avesse raggiunto il 2.° ed il 4.°
Non ne fece nulla. Il giorno dopo, tutti gli ufficiali e sotto ufficiali gli intimarono la partenza. Bisognò che cedesse, sapendosi sorvegliato.
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Tichter Pesth Lazzaro Meszaros Consiglio Pesth Marienpol Austriaco
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