... tutte queste qualitā lo facevano idolatrare dalle sue truppe. Bem č passato allo stato di leggenda nel sud dell'Ungheria. L'Europa non se ne fece un feticcio, - ciō che č proprio delle glorie vere, serie e durature. I semi-dei della plebe hanno sempre del ciarlatano. Petöfy lo chiamava un Giulio Cesare galantuomo.
La notizia, che io portava, mi aveva preceduto. Ciō non le tolse di essere bene accolta; - ed anzi Kossuth diede un banchetto, ove io raccontai, coi pių pittoreschi particolari di uomini e luoghi, l'epopea della campagna. La fortuna sorrideva di nuovo all'Ungheria.
Görgey, dopo essersi rivoltato contro il Governo nazionale, dichiarando che non obbedirebbe che al ministro della guerra nominato dal re - cioč dall'imperatore d'Austria - aveva continuato la sua difficile ritirata, inquietato da ogni parte dall'inimico, che era tenuto a distanza in tutti gli scontri dal bravo Guyon alla retroguardia e da Aulich all'ala sinistra. La ritirata era penosa, attraverso gole senza strade, montagne rese impraticabili dalla neve, piene di precipizii nascosti, di nebbie che avviluppavano e impedivano la vista dei nemici, di fossi che inghiottivano artiglieria e cavalleria, di ponti rotti, di fiumi traboccati, senza scarpe, con una temperatura di venti gradi sotto lo zero. Malgrado tutto ciō, Guyon battč Schlick a Braniczko, mentre che Görgey danzava a Löcse, a quattro leghe dal campo di battaglia: Klapka lo batteva ancora a Tokaj; Bulharyn a Tarczal. Schultz schiacciava l'ala sinistra degli Austriaci a Kisfalud; Perczel sconfiggeva Ottinger a Szolnok, a Czegled.
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