La serenità del suo animo, nelle circostanze complicate, stupisce. Egli possiede il calore della concezione dell'uomo di Stato francese, ed il giudizio freddo ed infallibile dell'uomo di Stato inglese. Il vigore della forma, i ricchi colori di cui veste la sua eloquenza, aumentano la precisione geometrica dei suoi ragionamenti. Egli calcola a lunghe distanze di epoca. Ed ecco perchè alcuni suoi atti, che non ebbero tempo di svolgersi e di maturare, sembrarono errori. Egli non possiede, forse, l'organo felice dell'osservazione profonda dei caratteri, cui Pitt ebbe, e che mancò a Napoleone; forse non ha la ruvida fibra della resistenza, particolare di Canning; ma forse pure, la sua fede nella grandezza, nella giustizia, nella verità dello scopo, gli fecero negligere queste precauzioni. Il suo solo fallo, durante due anni d'impero, fu Görgey. Egli non scrutò il cuore; giudicò il talento, e non misurò la feccia delle passioni. Kossuth credeva alla sua opera, e dominò la nazione dall'alto della sua fede. L'Ungheria, questo Oriente dell'Occidente, ha la confidenza indolente degli Orientali, e lo spirito d'esame dei popoli dell'Occidente svegliato e pronto.
Il discorso di Kossuth fu un poema, interrotto ad ogni strofa da applausi. Egli tessè l'atto d'accusa della dinastia degli Absburgo, e mal coscienza umana cancrenata non fu presentata sotto un aspetto più lurido. Ogni frase dell'oratore conteneva un fatto; ogni fatto diveniva una gogna; una doccia di fuoco stillava sull'uditorio.
| |
Stato Stato Pitt Napoleone Canning Görgey Ungheria Oriente Occidente Orientali Occidente Kossuth Absburgo
|