Egli è adesso nell'esilio - come Vittor Hugo, Ledru-Rollin, Quinet.... - esempio della rigidità della coscienza umana.
Il primo magnate, che votò la decadenza degli Absburgo e l'indipendenza dell'Ungheria, fu un vegliardo quasi ottuagenario, il principe Nyraczi - il padre d'Amelia.
Il 24 aprile, gli Ungheresi rientrarono in Pesth. Buda restava in mano di 4000 Austriaci. Görgey, che poteva marciare su Vienna e sanzionare colà la decadenza della Casa imperiale, comunicando all'Europa attonita il decreto di Debreczin, Görgey si preoccupò della guarnigione di Buda, ritornò sui suoi passi, e diresse all'esercito questo proclama:
Commilitoni.
È scorso appena un mese da quando, confinati dietro la Tisza, noi gettavamo uno sguardo dubbioso sul nostro avvenire oscurato. Chi avrebbe allora creduto che, un mese dopo, avremmo passato il Danubio e liberato il nostro bel paese dal giogo di una dinastia spergiura? I più arditi fra noi non avrebbero certo osato nutrire una così grande speranza. Ma voi bruciavate del nobile amor di patria, e l'inimico ha provato il vostro coraggio, eguale a numerosi eserciti! Voi avete trionfato, trionfato sette volte, una dopo l'altra. Oggimai voi trionferete mai sempre.
Rammentatelo quando di nuovo marcerete alla pugna!
Ognuna delle battaglie che abbiamo combattute fu decisiva. Più decisive ancora saranno quelle che combatteremo d'ora in avanti. Sacrificando la vostra vita, voi avete avuto la fortuna di assicurare all'Ungheria la sua antica indipendenza, la sua nazionalità, la sua libertà, la sua esistenza duratura.
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