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      Kossuth m'aveva addetto allo stato-maggiore.
      Görgey mi ricevette ancor peggio di prima; e se non mi mise agli arresti per essermi battuto a Buda, invece di presentarmi al suo quartier generale, si fu perchè avevamo avuto nel giorno precedente degli scontri disgraziati, e dovevamo batterci nel giorno stesso. Il 21 giugno ci fu altrettanto funesto che il 20. Russi ed Austriaci ci oppressero colle loro forze. Io mi battei come un semplice soldato. Haynau si preparò a marciare sopra Pesth per la riva diritta del Danubio, rimasta libera, mentre Görgey intrigava e si allontanava continuamente dall'esercito, cumulando il grado di generalissimo con quello di ministro della guerra. Al 28, subimmo un'altra disfatta a Raab, e fummo obbligati ad abbandonare il terreno. Francesco Giuseppe assisteva alla battaglia. Görgey scrisse a Kossuth d'abbandonare Pesth entro tre giorni, e finiva il suo dispaccio con queste parole: "Quanto a me, abbandonatemi al mio destino". Grido d'allarme calcolato. Significava: rimettetemi i poteri concentrati, la dittatura. Egli non mirava oramai che a questo, e non sognava che colpi di Stato.
      In questo momento, l'esercito russo arrivato dal nord, sotto gli ordini di Paskevitch, formava un insieme di 130,000 uomini. Lo czar l'aveva passato in rivista a Zmygrod. Il granduca Costantino lo seguiva da dilettante. Di già Lüders, nel sud, aveva invaso la Transilvania, il 19 giugno, alla testa di 50,000 uomini. In breve, il 1.° luglio c'erano in Ungheria 191,587 Russi e 130,000 Austriaci.


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Le notti degli emigrati a Londra
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1872 pagine 346

   





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