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      La mia voce lo fece trasalire. Levò lo sguardo dal cadavere e mi scôrse. Mi riconobbe.
      - No! urlò egli; non voglio l'aiuto d'un servo che ho fatto frustare come un ladro.
      E, dicendo queste insensate parole, continuava il molinello colla sua sciabola, e mieteva i Cosacchi. Mi fermai. Ebbi torto. Avrei potuto forse salvarlo suo malgrado. Lo vidi cadere un istante dopo sotto i kandjari dei Russi, e coprire col suo corpo il cadavere di sua figlia. Non distinsi più nulla. Non so come e da chi fui trasportato a Lugos. Credo di essere svenuto.
     
     
     
      X.
     
      Il resto non m'importava più. L'Ungheria aveva soccombuto. Io voleva morire. Ma avrei voluto vedere, prima, la punizione di Görgey.
      Görgey trattava già coi Russi.
      Egli propose di offrire la corona di Ungheria al principe di Leuchtemberg. Il Governo approvò questa idea. Kossuth non vi si oppose. La nazione, che ritta dietro lui, l'aveva sostenuto per due anni, era atterrita sotto il peso di 350,000 soldati austro-russi(8) e sotto l'influenza del suo proprio esercito abbattuto. L'11 agosto, Kossuth diede la sua dimissione, e decretò la dittatura a Görgey. "Ami egli il suo paese, disse Kossuth alla nazione nel suo proclama, col disinteresse che l'ho amato io stesso, e più fortunato di me pervenga ad assicurare la felicità della patria. Così il Dio di giustizia e di misericordia(9) sia con essa".
      Paskewich rispose: "L'unico scopo dell'esercito russo è di combattere. Se Görgey vuol fare la sua sommissione al suo sovrano legittimo, si rivolga al comandante in capo dell'esercito austriaco".


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Le notti degli emigrati a Londra
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1872 pagine 346

   





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