Le dimostrazioni principiarono.
I Siberiani, vale a dire gli esuli ritornati dalla Siberia, in virtù di quell'equivoca amnistia accordata da Alessandro II pel suo avvenimento al trono, avevano rafforzato quella specie di misticismo pieno di fede, che i poeti avevano già inoculato alla nazione. La rigenerazione per mezzo delle sofferenze, predicata un dì in Italia da Savonarola, era divenuta la leva politica, che doveva agire oggimai per rovesciare la dominazione degli Czar, e stancare la forza. Le dimostrazioni principiarono dunque con uffizii religiosi, onde onorare la memoria dei poeti patriotti Mickiewicz, Krasinski e Slovacki. Il 29 novembre risuonò, per la prima volta nella cattedrale, il Boze cos Polske, quel canto che è stato la strana Marseillaise della nostra ultima insurrezione.
Signore Iddio - si cantava - tu che durante tanti secoli circondasti la Polonia di splendore, di potenza e di gloria, tu che la coprivi allora del tuo scudo paterno, tu che stornasti per così lungo tempo i flagelli, da cui è stata in fine schiacciata, Signore, prosternati dinanzi ai tuoi altari, noi ti scongiuriamo, rendici la patria, rendici la libertà!
Signore Iddio, tu che più tardi, commosso dalla nostra rovina, hai protetto i campioni della più santa delle cause, tu che hai dato loro il mondo intero a testimonio del loro coraggio, ed ingrandita la loro gloria nel seno stesso della loro calamità, Signore, prosternati dinanzi ai tuoi altari, te ne scongiuriamo, rendici la patria, rendici la libertà!
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