La presenza di quei due testimonii esaltò invece mia madre. Ella respinse quanto vi poteva esser di donna nel suo cuor lacerato, e si atteggiò a cittadina.
Lo confesso, ne fui afflitto.
Io non le domandava un'ora di eroismo, ma un'ora di tenerezza materna.
- Ho veduto tuo fratello, mi diss'ella. Egli mi disse che tu non hai voluto riceverlo. Mi ha informato delle complicazioni terribili, che si sono aggravate su te.
- Io le affronto tranquillamente, madre mia, risposi io.
- Tu non sai forse ciò che ti riservano, continuò essa.
- Se l'avessi ignorato, madre mia, ho lì, nella persona del mio compagno, Carlo Zoliwski, l'esempio terribile del loro potere, di ciò ch'essi fanno prima di uccidere.
- Tu non hai a temere nè le verghe, nè lo knut, rispose mia madre; tu godi ancora del privilegio della nobiltà, l'esenzione dalle pene corporali. Ma essi hanno altri mezzi per maciullare la carne vivente e colpire l'anima.
- Lo so.
- Konarski fu quasi sul punto di confessare, nella tortura della fame.
- Ma egli resistette.
- Levitox subì tali slogamenti di membra, che preferì mettere il fuoco al suo pagliariccio ed abbruciarsi, per paura di parlare suo malgrado.
- Voi vedete dunque che vi sono dei mezzi per sottrarci all'infamia.
- Gorski restò quarantott'ore sospeso pei piedi, colla testa in giù, sopra un focolajo, ove si faceva ardere della paglia inumidita.
- Ciò avveniva al tempo di quel mostro che si chiamò lo czar Nicolò; ora non si commettono più di tali atrocità.
- Se ne commettono sempre, se ne commettono delle altre.
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Carlo Zoliwski Nicolò
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