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      Avremmo potuto prender qui il battello a vapore sul Volga e sulla Kama, che ci avrebbe condotto diritti a Perm. Ma tale conforto non è accordato ai viaggiatori della mia categoria. Continuammo dunque per la via ordinaria.
      Costeggiammo quasi sempre le rive del Volga. Il fiume dà una certa animazione ed una fisionomia a queste contrade, singolari d'altronde pel tipo, i costumi e le abitudini de' suoi abitanti. Tutte le varietà del tipo tartaro vi sono rappresentate, ed oltre i Tartari, vi si scorgono i resti di quelle orde venute dall'Asia, la cui origine è nella razza mongola, colle numerose ramificazioni che sbucciano da quella grande linea.
      Da quest'Asia pittoresca, che si traversa, si casca in una città assolutamente europea, Kazan, ove c'è museo, università, ginnasio, osservatorio, vescovato, teatro, officine, scuole primarie, e tutto ciò che una città incivilita può offrire di confortable, di fastoso, di aggradevole. Avrei potuto simulare una grande stanchezza, una malattia anzi, senza troppe smorfie, poichè io era molto pallido ed avevo l'aspetto d'un tisico senza speranza. Ma non avevo ancora imparato che nella disgrazia occorre esser nobile, ma non fiero. Facevo le mie prime prove. Ond'è che rispondevo a monosillabi, ovvero restavo silenzioso verso i curiosi e le curiose, molto convenienti e pieni di compassione del resto, che ronzavano a me d'intorno, sia che io restassi nella kibitka, o che cercassi ravvivare un po' le gambe indolenzite negli uffizii delle tappe. I gendarmi m'informarono allora che mio fratello aveva dato loro 200 rubli, onde procurarmi per via tutti gli alleviamenti che potessero, senza compromettersi.


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Le notti degli emigrati a Londra
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1872 pagine 346

   





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