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      Gli era infatti un mare d'erba, che ondulava sotto il vento, ed ove migliaia di uccelli acquatici svolazzavano. Impossibile di asciolvere a Bulatova. Io galleggiava in mezzo ad un nugolo di zanzare, di tafani, di moscherini, di maringuini, di tipole grosse come una testa di spillo, che mi trafiggevano attraverso la maschera ed attraverso il mio gabbano da forzato. I cavalli grondavano sangue d'ogni poro, pugnalati da tafani lunghi un pollice, armati di trombe e lancette formidabili.
      A Kamsk, assiso vicino ad un gran fuoco, mi avventurai a prendere una zuppa di rape. Ma non appena servita, era immediatamente coperta da uno spesso strato di questi insetti, che vi si precipitarono alla stordita.
      Kamsk è al centro della Baraba. Gli abitanti avevano tutti emigrato a Kolivan od a Omsk.
      La strada che segue, fino a Karghinsk, è quasi sempre nell'acqua. Per indicarla, mettono dei tronchi di abeti per traverso, li ricoprono di argilla, specie di lastrico poco solido e poco durevole. Il terreno oscilla sotto le ruote del veicolo, l'acqua si agita, il vapore si sprigiona da quelle alte erbe verdeggianti che tremolano; i rami d'abete, denudati dell'intonaco argilloso, rassomigliano a tibie umane in un carnaio. Una caligine grigia limita il paesaggio, e si dondola lentamente prendendo forme fantastiche. Delle mappe di acqua giallastra dietro a mappe di acqua verdastra; delle praterie torbose coperte di erbe mostruose, alte sei piedi: giunchi, ginestre, piante paludacee a foggia di canne, fiori selvaggi molto splendidi, gigli, achillee, iridi, ledracocefale.


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Le notti degli emigrati a Londra
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1872 pagine 346

   





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