Pertanto quel mariuolo potria bene andare fino a venticinque, se il carnefice non serra troppo il dito mignolo.
- Ecco ciò che mi aspetta, pensai io, se me la scapolo malamente e se mi riprendono! Grazie allo Czar, tra quell'uomo e me non vi è più alcuna differenza: siamo entrambi forzati!
- Andiamo, gridò il mio postiglione; io sono pronto.
Un colpo di frusta, e Irkutsk restò alle nostre spalle. Saliamo sempre, contornando la splendida valle dell'Angara, il livello del lago Baikal essendo più alto di quello della pianura. L'Angara, più larga del Reno, scorre tra due sponde alte a mo' di falaise, rimboscate di pini e di cedri. La corrente è forte; il colore dell'acqua è turchino. Il paese è coltivato, alla sinistra del fiume; a destra, sono gole profonde e nere e foreste di abeti. L'Angara, allo sboccare del lago, larga più di un miglio, si precipita fra due montagne a picco, allogate lì come i due pilastri della sua porta. Lo spettacolo fa impressione, sopratutto se il sole al tramonto lambe ed increspa questa massa immensa d'acqua limpida e mugghiante.
A Listvenitchnaia, piccolo porto sul lago, lasciamo la Kibitka, e montiamo sur un battello a vapore, che solca il lago per cinque mesi dell'anno; in ottobre comincia a gelare.
Questo lago è forse il più grande del mondo: 600 chilometri sur una larghezza variabile di 30 ad 80 chilometri. Gli è un cratere vulcanico spento, la cui profondità non ha potuto essere scandagliata. Le rocce abrupte, che l'inquadrano, hanno un'altezza, in qualche parte, di circa 1200 piedi, le une coperte di boschi, le altre nude, dall'aspetto fantastico e basaltico.
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